Madonna col Bambino
Immagine tipica della Vergine Maria con il Bambino solitamente in braccio.  La più antica immagine conosciuta è quella rappresentata nell’affresco delle catacombe di Priscilla a Roma, risalente alla metà del III secolo: essa ritrae la Madonna seduta che tiene in braccio il Bambino Gesù. La Madonna appare quasi sempre velata, a volte con aureola e/o corona.

Madonna con il Bambino – modello Nazzano
Particolare raffigurazione della Vergine con il Bambino riferibile alle maestà: si tratta infatti di numerose rappresentazioni tutte sicuramente discendenti da un modello unico, che ha il suo riferimento nella Madonna col Bambino di Forno di Massa della fine del sec. XVI e nella Madonna col Bambino di Nazzano; quest’ultima, che porta incisa una data certa – il 1598.   Viene per questo indicata convenzionalmente come il modello di riferimento di questa tipologia di icone marmoree. La Vergine è rappresentata in trono con la gamba destra posta leggermente più in alto come per sostenere meglio il Bambino, è velata e con le vesti drappeggiate sul corpo.  Il Bambino, nudo, si volge verso la Madre con una caratteristica torsione del tronco accentuata dalla sovrapposizione delle gambe (Donati). Queste immagini si ritrovano con datazioni differenti almeno fino al 1638.

Madonna Immacolata
L’iconografia dell’Immacolata fa riferimento  alla profezia di Isaia contenuta nell’Apocalisse “ un grande segno apparve nel cielo: una donna rivestita di sole..”    La  Donna dell’Apocalisse ha tre segni: è vestita di sole, con la luna sotto i piedi e coronata da 12 stelle: un’iconografia suggestiva  che diventa ben presto popolare. Il tema appare a cavallo fra la fine del ‘400 e i primi anni del ‘500 ed il prototipo della Vergine dell’Apocalisse come Immacolata si trova nelle incisioni di Dürer del 1498. Nelle maestà l’Immacolata è rappresentata in piedi nel cielo senza il Bambino ( riguarda infatti un evento precedente la nascita di Gesù) avvolta nel velo e con le mani conserte; possono essere presenti tutti od in parte gli attributi della luna sotto i piedi, del serpente e le dodici stelle attorno al capo.
L’Immacolata Concezione è un dogma, proclamato nel 1854, che sancisce come la  Vergine  Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; tale dogma non va confuso con il concepimento di Gesù da parte di Maria.

Madonna del Rosario
la Vergine è rappresentata nei dipinti con una veste azzurra e una corona del Rosario tra le mani. Si tratta di una rappresentazione particolarmente frequente nella devozione dopo la Controriforma, la cui iconografia è ripresa da quella, più antica, della Madonna della cintola. Spesso è rappresentata con il Bambino in braccio mentre entrambi porgono il Rosario a Santi inginocchiati al loro fianco.   I Santi maggiormente raffigurati sono S. Domenico di Guzman, grande diffusore del culto del Rosario, e Santa Caterina da Siena, anch’essa domenicana.

Madonna di Pompei
Rappresenta una variante tarda, fine ‘800, della Madonna del Rosario e fa riferimento ad una tela, oggi attribuita alla scuola di Luca Giordano e risalente al XVII secolo, che ritrae la Vergine coronata in trono con il Bambino mentre porge il rosario a S. Caterina da Siena mentre il Bambino lo offre a S. Domenico. Vedi dipinto originale

Annunciazione
La scena dell’Annunciazione è sempre rappresentata in un interno; sullo sfondo può essere raffigurata una tenda drappeggiata.  E’ presente la Vergine quasi sempre su inginocchiatoio (nelle maestà è considerata insolita l’assenza dello stesso) davanti ad un libro aperto (il libro di Isaia).  Può essere velata o a capo scoperto come le donne non sposate.  Di fronte l’Arcangelo Gabriele le porge il giglio e molto spesso indica con la mano la Colomba, sempre presente in alto, che diffonde sulla scena i raggi della grazia. In rare rappresentazioni compare Dio Padre; talvolta figure di Santi presenziano all’Annuncio.

Madonna del Carmelo o Madonna del Carmine
Il termine fa riferimento al Monte Carmelo in Palestina dove, sull’esempio del Profeta Elia, nel sec. XII venne fondato da un gruppo di eremiti un ordine monastico sotto la protezione della Vergine.
La Madonna del Carmelo, spesso fra le nubi, distende le braccia in avanti offrendo lo scapolare.  L’immagine fa riferimento all’apparizione del 16 luglio 1251 quando la Madonna si mostrò a San Simone Stock consegnandogli uno scapolare; originariamente si trattava di un vero e proprio abito – una specie di stola con un’apertura per far passare il capo.  In seguito venne rappresentato come una miniatura dell’abito stesso con due quadratini di stoffa uniti fra loro da un cordoncino. Nelle maestà è frequente questa rappresentazione dello scapolare che la Vergine offre ad uno o più Santi presenti, in genere dell’ordine carmelitano.  Molto spesso ha il Bambino in braccio che a sua volta dona uno scapolare.

Madonna di Loreto
Vergine con il Bambino.  A Loreto –  nelle Marche – si trova la casa della Vergine lì trasportata, secondo la tradizione, dagli Angeli nel 1296 proveniente da Nazareth. L’iconografia tradizionale, che deriva da un’immagine lignea medievale paludata in stoffe preziose e ornata da collane andata perduta in un incendio nel 1921 e attualmente sostituita da una copia, la rappresenta avvolta in una pesante tunica conica spesso finemente decorata a racemi con una o più collane preziose che possono avere pendenti a croce.  La Vergine porta una corona e con lei il Bambino.   A volte calza il triregno – tiara papale a tre corone sovrapposte. Caratteristica la postura del Bambino che sembra emergere dall’abito della Madre. Molto spesso il Bambino tiene nella mano il Globo terrestre con croce sommitale.  A volte nella scena è presente un profilo della stessa Santa Casa e/o le caratteristiche lampade a olio pendenti presenti a Loreto. Vedi immagine originale

Casa di Loreto
In alcune maestà è rappresentato il trasporto della casa di Loreto

Madonna della Misericordia
La Vergine è raffigurata in piedi mentre allarga il proprio mantello per accogliere i fedeli inginocchiati. Si tratta di un retaggio dell’epoca medievale, detto della “protezione del mantello”, che le nobildonne altolocate potevano concedere a perseguitati e bisognosi d’aiuto. Ciò consisteva appunto nel dar loro simbolico riparo sotto il proprio mantello, considerato inviolabile. L’iconografia ebbe un particolare successo presso le confraternite medievali e rinascimentali.  Nelle maestà possono non essere raffigurati i fedeli ma rimane il gesto di accoglienza del mantello allargato.

Madonna della Misericordia di Savona

Questa rappresentazione ricorda le apparizioni della Vergine della Misericordia avvenute a Savona nel 1536 all’anziano contadino Antonio Botta a seguito delle quali venne eretto in quegli anni un Santuario molto frequentato con annesso un ospitale per l’accoglienza di pellegrini ed infermi. La Vergine è raffigurata come da tradizione in piedi con le mani allargate verso il basso ed il mantello aperto in gesto di accoglienza. A lato è rappresentato il Beato Botta inginocchiato con il cappello fra le mani nelle sembianze di un anziano contadino. La scena è inserita all’aperto in ambiente naturale come di fatto avvenne.  Vedi statua originale

Madonna Assunta
Secondo la tradizione Maria, la madre di Gesù, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso con l’anima e con il corpo: fu cioè assunta, accolta in cielo.
La Vergine viene rappresentata generalmente su una nube con lo sguardo rivolto verso l’alto circondata e sostenuta da cherubini e/o angioletti.

Madonna del Buon Consiglio
Nel 1467 all’interno del Santuario dei frati agostiniani di Genazzano, nel Lazio, venne ritrovata un’immagine sacra raffigurante la Vergine con il Bambino, che la tradizione vuole essere giunta in volo da Scutari (attuale Albania) per sfuggire agli infedeli.  L’immagine divenne rapidamente oggetto di grande devozione.  Ad opera dei frati agostiniani soprattutto a partire dal XVIII secolo l’immagine e il culto della Madonna del Buon Consiglio si diffusero in tutta Europa. La Vergine è raffigurata con sullo sfondo un motivo ad arco, interpretabile come un arcobaleno (non sempre presente), mentre tiene teneramente abbracciato il Bambino: le loro teste sono vicine ed il Bambino circonda con il braccio destro il collo della Madre mentre l’altro è appoggiato al suo scollo.  Vedi immagine originale

Madonna di Montenero
La storia attribuisce al pittore Iacopo di Michele detto il Gera il quadro della Vergine di Montenero che si presume dipinto attorno al 1341 mentre la leggenda vuole che il culto prendesse l’avvio attorno al 1345 quando un pastore storpio trovò l’immagine miracolosa di Maria e la portò sul Monte Nero (Livorno), all’epoca infestato dai briganti, affidandola a degli eremiti. Ben presto crebbe la fama miracolosa dell’effige attirando folle di pellegrini. La Vergine viene rappresentata seduta in trono velata e coronata con il Bambino, vestito, in grembo. Sul braccio della Vergine è posato un uccellino.  Vedi immagine originale

Madonna delle Grazie detta di Carrara
Raffigurazione tipica delle Maestà che fa riferimento all’affresco – del secolo XVI – presente nella Chiesa delle Grazie di Carrara (la cui costruzione fu avviata nel 1620) originariamente presente nella Cappella del Palazzo del Principe a Groppoli; per volontà di Carlo Cybo Malaspina l’affresco venne rimosso e trasportato nella Chiesa delle Grazie. Raffigura la Vergine in un trono rialzato a figura intera, coronata e con il Bambino in piedi sulle ginocchia: caratteristica la postura della Vergine che appare quasi di profilo. Vedi tela originale

Madonna di Reggio
Culto nato a Reggio Emilia dove questa Vergine viene definita “della Ghiara” dalla località nella quale apparve e dove fu eretto un Santuario.  Dal 1596, quando un’effige della Vergine giunse miracolosamente nella casa, in Fivizzano, di una devota gravemente ammalata (originaria del paese di Caugliano da cui il fatto viene ricordato come miracolo della caugliana) risanandola completamente, il culto si diffuse per tutto il fivizzanese e dintorni.  La Vergine è rappresentata in ambiente esterno, a volte fra fiori e piante, seduta su una pietra mentre con le mani giunte è rivolta in adorazione verso il bambino seduto di fronte a lei. Quasi costantemente è presente la scritta: QUEM GENUIT ADORAVIT (adorò colui che ha generato). L’immagine xilografica originale è custodita in una teca d’argento sull’altare maggiore della Chiesa Prepositurale di Fivizzano divenuta Santuario Mariano.

Madonna dei Quercioli di Massa
Con questo nome viene venerata un’antica effige della Vergine dipinta in un affresco all’interno di una casa privata nel 1754 e successivamente abbandonata; nel 1831 tornò fortunosamente alla luce e a seguito di alcune guarigioni miracolose divenne rapidamente motivo di culto e devozione popolare. La Vergine è rappresentata di tre quarti con il Bambino in piedi sul suo grembo; sono entrambi coronati e appaiono a Sant’Antonio di Padova in ginocchio alla loro sinistra che porge il giglio. Vedi originale

Madonna dei sette dolori o Addolorata – Maria Dolorosa – Mater Dolorosa – Mater doloris
Nelle maestà possono essere utilizzate le differenti denominazioni che sono stati unificate per semplicità, rimanendo assolutamente unitario il senso della rappresentazione.
Dai Vangeli si evince che Maria, la Madre di Gesù, è stata chiamata ad affrontare lungo la sua vita sette grandi dolori ma la storia del culto che la riguarda fa riferimento ad un evento preciso: il 15 agosto 1233 sette nobili fiorentini, che erano soliti recare omaggio ad un’immagine dipinta su parete di una via, improvvisamente videro l’immagine animarsi, apparire addolorata e vestita a lutto per l’odio fratricida che divideva Firenze. A seguito di ciò i giovani gettarono le armi, indossarono un abito a lutto, istituirono la compagnia di Maria Addolorata e si ritirarono in penitenza e preghiera sul Monte Sanario.
La Vergine viene sempre raffigurata completamente velata, come a lutto; può avere cinque o sette spade che le trafiggono il cuore, che può essere visibile e sormontato da una fiamma; il volto è reclinato e rivolto al cielo, le mani giunte.

Madonna della Guardia
Del culto di questa Madonna si ha traccia a partire da un atto notarile del 1530, presente nell’archivio storico della Curia genovese, che riporta come nell’agosto del 1490 la Vergine apparve al pastore Benedetto Pareto, in seguito dichiarato Beato, sul monte Figogna – a 20 km da Genova – chiedendo l’edificazione di un Santuario in quel luogo, come successivamente avvenne. Da allora il sito rappresenta un luogo di culto molto amato e frequentato. e sede del più importante Santuario mariano della regione. La Madonna viene rappresentata in piedi aureolata con il Bambino sul braccio sinistro mentre con il destro indica al beato Pareto, inginocchiato di lato, il luogo ove edificare il Santuario.

Madonna della Consolazione – altresì detta popolarmente “Consolata”
La sacra effige, della quale si conserva tuttora una copia postuma nella cripta del Santuario (opera di Antoniazzo Romano – sec XV – e portata a Torino dal cardinale Della Rovere) fu perduta durante i rimaneggiamenti della Chiesa di Sant’Andrea a Torino dove era originariamente conservata.  La tradizione vuole che sia stata fatta ritrovare in una cappella limitrofa sulla base delle indicazioni di un cieco originario di Briancon che dichiarò esserne venuto a conoscenza da un’apparizione della Vergine. Durante le ricerche effettuate nel 1104 venne recuperata l’immagine sacra e a seguito di questo evento il cieco recuperò la vista, avviandone il culto.  La Vergine è raffigurata seduta completamente avvolta nel manto sul quale si possono osservare due stelle. Altra caratteristica è la presenza di una visibile frangia sul braccio destro, tipica dell’antico abbigliamento palestinese.  Sostiene il Bambino seduto sul Suo grembo, anch’egli riccamente vestito.   Entrambi sono aureolati.

Stella Maris
Si tratta di uno dei più antichi appellativi di Maria.  L’idea della Vergine come Stella polare in grado di orientare i naviganti è stata assunta dalle popolazioni cattoliche residenti sulle coste come riferimento iconografico. La Vergine è rappresentata in piedi con una o più stelle sul capo a mani giunte e con gli occhi al cielo.

Madonna di Lourdes
Culto nato a Lourdes – Francia – a seguito delle numerose apparizioni della Vergine avvenute nel 1858 alla pastorella Bernadette e delle quali la Chiesa ha successivamente riconosciuto la veridicità.  Sul luogo dell’evento sorge oggi un imponente Santuario meta di credenti e pellegrini che invocano la guarigione, spirituale e fisica, anche immergendosi nelle piscine della sorgente indicata dalla Vergine. L’iconografia classica fa riferimento all’immagine descritta dalla Veggente. La Vergine con il rosario in mano è rappresentata in piedi all’interno di una grotta con il manto e la cintura.  A volte è presente la pastorella a lato.

Madonna di Caravaggio
La tradizione colloca nel 1432 la miracolosa apparizione della Vergine a Caravaggio (Lombardia) ad una giovane contadina: all’epoca quel territorio era teatro di aspri conflitti fra Milano e Venezia per il possesso dell’area di Gera D’Adda.  La Vergine chiese la fine del conflitto con conseguente pentimento dei peccati e la costruzione in quel luogo di un santuario: al termine dell’apparizione fece scaturire una fonte prodigiosa che divenne luogo di pellegrinaggio e di cura. L’iconografia fa riferimento ad un affresco presente a Milano su di un muro a poca distanza da via Monforte, che appare come la più antica rappresentazione dell’evento miracoloso in quanto nella raffigurazione della città alle spalle delle figure non compare ancora la cupola del Santuario, risalente al 1575. La Vergine è rappresentata in ambiente naturale, in piedi, velata, mentre è rivolta alla giovane veggente ed alza la mano benedicente.

Madonna del Latte

Rappresenta una variante della Vergine col Bambino, le rappresentazioni più antiche risalgono all’Egitto cristianizzato del VI/ VII secolo, si ritrovano in ambito bizantino e successivamente prendono campo in tutto l’occidente diventando molto popolari a partire dal 1300 con la rappresentazione realistica della Vergine a seno scoperto che allatta il piccolo Gesù. Le Madonne del latte incontrarono il favore del popolo soprattutto nelle campagne per il forte valore simbolico operando molti miracoli e con queste caratteristiche furono rappresentate per oltre due secoli. Con l’avvento della controriforma i nuovi dettami della Chiesa in ambito di iconografie devozionali ritennero poco opportune le raffigurazioni realistiche della Vergine che allatta e del Bambino.  Furono pertanto ritoccate o addirittura rimosse le icone considerate improprie mentre veniva a decadere ufficialmente l’iconografia. La Madonna del latte continuò ad essere di fatto venerata come una forte rappresentazione della sacralità della maternità.

Madonna del Sole
A Pietrasanta – Lucca – in una delle cappelle laterali dell’altare del Duomo di San Martino è custodita una tavola di un pittore anonimo attivo nella prima metà del Quattrocento. L’opera denominata “Madonna del Sole” è datata 1424 ed è chiamata così perché a partire dai secoli XVII e XVIII veniva venerata dai fedeli per scongiurare i lunghi periodi di pioggia o pestilenze. L’immagine raffigura una Madonna con il Bambino, affiancata dai Santi Giovanni Battista, sulla sinistra, e San Giovanni Evangelista, sulla destra. La Vergine, avvolta nel manto è assisa su un cuscino. Con il busto girato di tre quarti, Maria indica con una mano il Bambino che, appoggiato sul suo braccio sinistro, guarda e benedice l’osservatore.

Madonna di Soviore
La storia racconta che nell’anno 641. quando le orde longobarde si stavano pericolosamente avvicinando, gli abitanti dei villaggi di Soviore – La Spezia / Cinque Terre – prima di fuggire seppellirono per salvarla la loro statua della Madonna. Solo cento anni dopo, il 7 luglio 740, il parroco che stava cacciando all’alba notò una colomba volare in un buco nel terreno dove, successivamente, sotto una lastra di arenaria, fu rinvenuta una statua lignea: in quello stesso luogo venne eretto un Santuario, il più antico della Liguria. Non essendo rimasta traccia della statua originale attualmente l’immagine venerata è un’icona lignea gotica del 1400 rappresentante una Pietà: in questa rappresentazione molto commovente la Vergine seduta in trono, velata, sostiene fra le braccia il Cristo morto raffigurato come un adulto ma dalle dimensioni di un bambino, completamente contenuto in grembo alla Madre.

Madonna del Soccorso
Il culto prese l’avvio a Palermo intorno al 1306 a seguito dell’apparizione della Vergine al Padre agostiniano Nicola La Bruna che ormai morente sarebbe stato da Lei risanato: la Vergine gli chiese di diffondere la notizia del miracolo facendola invocare dal popolo come Madonna del Soccorso.  Il culto si diffuse rapidamente in tutto il Paese e successivamente in Europa. La Vergine viene raffigurata mentre minaccia con un bastone il Demonio che si ritrae terrorizzato.

Madonna del Soccorso di Seravezza
Nel transetto sinistro del duomo di Seravezza è posta la cappella della Madonna del Soccorso, Nel 1626 venne qui collocato il dipinto su lavagna raffigurante la Beata Maria in Valluccio, poi denominata (impropriamente) Madonna del Soccorso. Si tratta di una pittura ad olio su lavagna, copia della Madonna della Vallicella del Rubens

Madonna di Provenzano
Prende il nome  dalla nobile famiglia dei Provenzano e quindi dal rione omonimo: è un busto in terracotta che rappresenta la Vergine  Patrona di Siena.  La leggenda vuole che fosse collocata nel rione una immagine in terracotta della Vergine in una rappresentazione della Pietà, a metà del ‘500, durante l’occupazione spagnola, un archibugiere sparò contro l’immagine distruggendola parzialmente.  Rimase però ucciso sul colpo ed il  il busto residuo venne assunto a simbolo dell’occupazione della Città e oggetto di grande culto – successivamente durante l’ottocento fu rivestito in lamina d’argento.

Educazione della Vergine
E’ un soggetto raro: ne abbiamo trovato un solo esemplare.   Raffigura la Madonna, ancora giovane, con la Madre Anna.

Maria Ausiliatrice
L’invocazione “Auxilium christianorum, ora pro nobis” appare la prima volta nel 1576 e approvata successivamente nel 1601 da papa Clemente VIII. Secondo la tradizione tale invocazione fu inserita dopo la vittoria del 1571 contro gli Ottomani a Lepanto.  Il termine Ausiliatrice fu spesso equiparato a “Avvocata, Soccorritrice e Mediatrice”. La festa di “Maria Aiuto dei cristiani” venne istituita da Pio VII nel 1815. La devozione fu però propagata da Giovanni Bosco che la scelse come patrona principale dell’Ordine dei Salesiani.
Iconografia: Madonna stante col Bambino sul braccio sx, vestita di una tunica rossa e mantello blu, lo scettro nel pugno dx, capelli sciolti, corona con la stella e aureola con dodici stelle.
Assimilabile alla Madonna Ausiliatrice, se pure con iconografia diversa, è il culto alla Madonna dell’Aiuto. Vienna era appena scampata all’assedio dei Turchi (1683) con una vittoria dell’esercito cristiano attribuita a “Maria Hilf”, “Maria l’aiuto”, vale a dire “Ausiliatrice dei cristiani”. In ringraziamento per quella vittoria, papa Innocenzo XI dedicò il 12 settembre al SS. Nome di Maria.  Le immagini dell’Ausiliatrice si diffusero in Austra, Gemania ed anche in tutto il Tirolo italiano.  L’iconografia si ispira alla pala d’altare che si trova nel santuario di Innstadt, sobborgo di Passavia (Baviera), a sua volta ispirata alla Mariahilf di Lucas Cranach il vecchio che oggi orna l’altare maggiore nella cattedrale di Innsbruck.

Sedes Sapientiae
Titolo rivolto alla Vergine Maria, dal secolo XII in poi, nelle Laudi o Litanie mariane per esaltarne l’eterna Sapienza nelle cose che riguardano Dio nel mentre viene esaltata la  Sua funzione materna. Di fatto “in gremio Matris sedet Sapientia Patris”: nel grembo della Madre risiede la sapienza del Padre.
Nell’iconografia tradizionale delle maestà è rappresentata stante – in piedi in postura statuaria – mentre presenta al Mondo il piccolo Gesù nudo o vestito come un giovane re, e tiene in mano il Libro; non vi è ancora fra la Madre e il Figlio l’espressione di quella tenera relazione che troveremo più avanti nelle rappresentazioni.

Virgo Regina
Una variante iconografica del modello “Sedes Sapientiae” è rappresentata  dalla raffigurazione della Vergine con la corona e lo scettro per sottolinearne la dignità di Regina dei Cieli.  Abbiamo scelto pertanto di identificare questa variante, non molto comune, con l’epiteto di VIRGO REGINA.
La diffusione di questa iconografia si colloca fra la seconda metà del sec.XVI e la prima del sec. XVII

Ciclo della  Madonna del Monte (Mulazzo)
Su un monte alto circa 950 metri, staccato a nord-est del crinale appenninico tra Liguria e alta Toscana, esiste da molto tempo un Santuario dedicato alla Madonna. Il primo documento storico risale al 1287 per poi essere citato ancora nel 1297 e 1299 per le Collette pro Sicilia. In realtà alcuni studiosi fanno risalire la chiesa al XII secolo con l’insediamento di benedettini dell’Abbazia di Borzone, emanazione della cella di Chaise-Dieu francese. Verso la fine del 1400, decaduta in parte la vita monastica del Santuario, esso venne dato in Commenda ai Marchesi Malaspina di Mulazzo fino all’incameramento dei beni da parte dei francesi nel 1796. Nella prima metà del XVII secolo  Ottavio Malaspina, Marchese di Montereggio e Pozzo, due paesi vicinissimi al Santuario, cagionevole di salute, a 35 anni (1644) fece testamento: non avendo prole i suoi beni diretti e feudali sarebbero andati a chi  ne avrebbe avuto diritto; inoltre obbligò l’esecutore testamentario a porre sul percorso Pozzo-Montereggio una serie di edicole con “abbadini” dipinti con figure dei misteri del Rosario in numero di nove per lato. Cioè nove da Pozzo alla chiesa del Monte e nove da Montereggio alla chiesa del Monte. Nel 1646 il Marchese si suicidò e negli anni successivi il fratello Leonardo (frate ed esecutore testamentario) incominciò l’opera riguardante l’apposizione delle edicole, ma cambiò la richiesta del fratello da lastre dipinte al più pregiato e duraturo marmo bianco.
Queste lastre marmoree sono giunte a noi solo in parte per un totale di dodici; di queste solo alcune sono ancora nel luogo originario. Questi sono i nomi delle lastre a noi giunte: Annunciazione, Visitazione, Adorazione dei pastori, Presentazione al tempio, Gesù tra i dottori, Orazione nell’orto, Flagellazione, Incontro con la Veronica, Resurrezione, Ascensione di Gesù, Assunzione, Incoronazione della Vergine.
Altre due lastre, ora scomparse, sono Incoronazione di spine e Crocifissione.

Madonna del Sasso
Narra una leggenda che il 13 marzo 1588 un soldato si infuriò perché aveva perso al gioco dei dadi.   Con rabbia bestemmiò ripetutamente e scagliò un sasso contro una ‘immagine della Madonna.  La Vergine spostò il Bambino Gesù, che sorreggeva sul lato destro, e immediatamente si aprì una voragine che inghiottì il giocatore: quanti erano accorsi videro che dalla spalla della Madonna, colpita dal sasso, fuoriuscivano gocce di sangue.
Questa è la tradizione popolare.  Una versione più articolata dell’episodio è narrata da Girolamo Menghi nel libro “Celeste Tesoro della Gloriosa Madre di Dio Maria Vergine, ….” – Bologna, 1606: vedi