Lazzaro
Palestina, I secolo. Mendicante e lebbroso. È il personaggio della parabola, raccontata da Gesù, del ricco epulone e del povero mendicante lebbroso. Raffigurato fasciato con le bende, che si mettevano a protezione delle piaghe dei lebbrosi

Lazzaro di Milano
??? / Milano, 449.  Fu arcivescovo di Milano dal 440 fino alla sua morte. Pochissime e lacunose le notizie su di lui.  Secondo la tradizione, priva peraltro di riscontri, milanese fu lui ad istituire le litanie triduane per tener lontano da Milano le incursioni dei barbari; Morì prima dell’invasione degli Unni di Attila (452), A lui viene attribuita una una particolare energia nella lotta contro gli eretici, soprattutto i Manichei, oltre alla fondazione in Milano di un monastero di Agostiniani.

Leonardo 
Gallia, VI secolo / Limoges, 545.   Fece vita prevalentemente da eremita.  Il re dei Franchi Salii, Clodoveo, gli concesse il privilegio di liberare i prigionieri che avesse incontrato e ritenuto innocenti.  Per questo è considerato protettore dei carcerati   E’ spesso rappresentato con delle catene, o con i ceppi del galeotto; talvolta è in abito diaconale, episcopale, più spesso indossa il saio di un monaco

Liberata
Santa Liberata nasce agli inizi del VI secolo  in provincia di Piacenza.  Per sfuggire ad un matrimonio imposto dalla famiglia assieme alla sorella – anch’essa venerata come Santa Faustina – si allontana da casa  e trova rifugio a Como dove prende assieme alla sorella il velo benedettino dal vescovo Agrippa: le due monache fondano un monastero dedicato a Santa Margherita che viene soppresso solo per ordine di Napoleone nel 1810. Dopo la loro morte sono inumate inizialmente nel complesso monastico e successivamente le salme traslate per sicurezza nella Cattedrale di S.Maria a Como, ancora oggi a loro dedicata.   L’immagine forse più diffusa della Santa è quella che vede Liberata con in braccio due neonati in fasce, come santa protettrice contro i pericoli del parto e della mortalità infantile.

Liborio
Gallia, 320 circa / Le Mans, 397).  Si sa poco della sua vita.  E’ stato vescovo di Le Mans dal 348.  Fece costruire alcune chiese nei dintorni della città. Si dice che abbia ordinato 217 sacerdoti e 186 diaconi. San Martino di Tours lo assistette quando morì nel 397.  L’iconografia lo rappresenta come un vescovo anziano, caratterizzato dalla presenza di piccole pietre: è, infatti, protettore dei malati di calcolosi renale. Viene raffigurato anche assieme a un pavone o a qualche penna di pavone in ricordo del leggendario uccello che accompagnò la traslazione delle reliquie.

Lorenzo
Huesca (Aragona) / Roma, III secolo. Allievo del papa Sisto II, fu da questo nominato arcidiacono di Roma, responsabile quindi delle attività caritative. Arrestato mentre celebrava messa in una catacomba fu arso su una graticola, strumento con il quale viene normalmente raffigurato.

Luca
Antiochia di Siria, 9 / Tebe (Grecia) 93.  Autore di un Vangelo e degli Atti degli apostoli.    Raffigurato per lo più accanto a un toro.

Lucia
Siracusa, III secolo / 304. Martirizzata sotto l’impero di Diocleziano. Fu sottoposta ad atroci torture: in particolare le furono cavati gli occhi. E’ raffigurata con un piatto sui quali sono posati i suoi occhi, con la palma del martirio, una lampada, un libro.

Ludovico di Tolosa
Brignoles (Provenza), 1274 / 1297. Secondogenito di Carlo II d’Angiò, re di Sicilia e fratello di Carlo Martello d’Angiò. Prese i voti rinunciando al diritto di primogenitura e al regno.  Fu vescovo di Tolosa.  Morì a soli 23 anni. Fu proclamato santo nel 1317.

Luigi IX
Poissy (Francia), 1214 / Tunisi, 1270. Re di Francia, guidò una crociata in Terra Santa. Sconfitto e incarcerato, fu poi rilasciato. Continuò il viaggio in Terra Santa come pellegrino e rientrò in Francia. Capeggiò una seconda crociata ma, giunto a Tunisi, si ammalò di peste e morì. Raffigurato in abiti regali.

Luigi Gonzaga
Castiglione delle Stiviere (Mantova), 1568 / Roma, 1591. Di famiglia nobile, divenne gesuita e dedicò la sua breve vita agli umili e agli ammalati. Raffigurato con la pettorina dei Gesuiti. Talvolta si aggiunge un crocifisso, un giglio, un teschio

Marco Evangelista
Palestina, I secolo. Discepolo di Paolo e di Pietro, poi evangelista. San Girolamo (IV secolo) argomentò come si possano associare i quattro evangelisti con i simboli del “tetramorfo” che compaiono nelle profezie di Ezechiele, riprese poi nelle visioni dell’Apocalisse: l’immagine biblica è composta da quattro simboli ai quali sono stati associati: un uomo alato (Matteo), un leone (Marco), un toro (Luca) e un’aquila (Giovanni).

Margherita da Cortona
Laviano (Perugia), 1247 – Cortona 1297. Di umili origini, sposò Arsenio e da lui ebbe un figlio. Nel 1273 il marito venne aggredito e assassinato, vittima dell’allora faida guelfo-ghibellina. Margherita, secondo la tradizione, seguì a piedi il cane di Arsenio fino ad un boschetto, dove lo trovò esanime. Scacciata col figlio dai famigliari di Arsenio, ripudiata da suo padre e dalla sua nuova moglie, optò per l’ordinamento. Si avvicinò ai francescani di Cortona e divenne terziaria francescana, dedicandosi esclusivamente alla preghiera e alle opere di carità. Diede vita ad una congregazione di terziarie, dette le Poverelle.  Passò la vita ad aiutare gli ammalati e i poveri.  Raffigurata col saio francescano ed il velo bianco, in compagnia di un angelo consolatore e sempre accompagnata dal cane che le fece rinvenire il cadavere di Arsenio

Margherita di Antiochia
Antiochia di Pisidia (attuale Turchia), III secolo. Incarcerata a causa della sua fede fu visitata in cella dal demonio sotto forma di drago che la inghiottì. Margherita, armata della croce, gli squarciò il ventre e si liberò. Fu poi decapitata. Raffigurata con un drago incatenato

Maria Maddalena
Magdala (attuale Palestina) / Efeso (attuale Turchia), I secolo.   Maria Maddalena detta anche Maria di Magdala è considerata una delle più importanti seguaci di Gesù, fu tra i pochi presenti alla crocifissione ed alla morte di Gesù, ed è infatti spesso rappresentata ai piedi della croce. Fu anche  la prima alla quale apparve Gesù dopo la Sua risurrezione divenendo in tal modo  la prima annunciatrice della buona novella.  La sua figura è stata per lungo tempo identificata con la peccatrice che unge i piedi a Gesù: questa attribuzione è stata nel tempo più volte riconsiderata dalla Chiesa ed è molto probabile che si trattasse di persone diverse; tuttavia l’identificazione di Maria Maddalena con la  peccatrice pentita è ancora molto viva nella tradizione popolare e questa lettura iconografica è quella prevalente nelle maestà dove viene raffigurata  ai piedi o in prossimità della croce con i capelli sciolti, alcune volte in abiti discinti che abbraccia i piedi di Gesù.

Marta
Palestina, I secolo. Sorella di Maria e di Lazzaro di Betania. Nella loro casa ospitale Gesù amava sostare durante la predicazione in Giudea.

Martino
Ungheria, 316 / Candes (Francia), 397. Militare nell’esercito imperiale diventa poi prete, quindi Vescovo di Tours. Raffigurato a cavallo nell’atto di dividere il proprio mantello per darne una metà a un povero.

Michele Arcangelo
E’ l’“Arcangelo” per antonomasia: gli altri saranno poi Gabriele e Raffaele. Capo degli angeli fedeli a Dio, di aiuto contro le forze del male. Raffigurato spesso in uniforme da soldato mentre uccide il drago con spada o lancia, spesso con una bilancia, un globo, uno scettro.

Monica 
Tagaste (Numidia) / ??? 331  Fin dalla giovane età studiò e meditò sulle Sacre Scritture.  Madre di Sant’Agostino d’Ippona fu fondamentale per la sua conversione al cristianesimo e con lui condivise molti colloqui spirituali durante il suo percorso verso la vita monastica, che il figlio volle ricordare nei suoi scritti.  Muore forse per malaria nel 387

Nicola da Tolentino
Castel Sant’Angelo (Roma), 1245 / Tolentino (Macerata), 1305. Sacerdote degli eremitani di Sant’Agostino. Raffigurato in abito agostiniano, con stella o sole sul petto, pane.

Nicola di Bari
Pàtara (attuale Turchia), 250 / Mira (Turchia) 326. Fu considerato santo già da vivo. Il suo culto ebbe grande diffusione fra il X e il XIII secolo. Raffigurato con bastone pastorale, con tre sacchetti di monete (tre palle d’oro) o con tre bambini che emergono da una botte: le ultime due iconografie fanno riferimento a miracoli a lui attribuiti.

Omobono
Cremona, secolo XII / 1197.  Omobono Tucenghi è un uomo comune del popolo senza privilegi: è un mercante di panni, abile negli affari. Il denaro che ha guadagnato con l’attività commerciale, anche troppo per lui e la moglie (sono senza figli), viene messo a disposizione dei poveri. E’ diventato un personaggio importante per la sua attività, per le sue doti personali e l’esempio di vita. Nei tempi in cui vive c’è la guerra tra Comuni e Impero e le città si combattono l’una contro l’altra, e Omobono viene chiamato per arginare la violenza con la sua autorità. Muore in modo strano: in chiesa, durante l’intonazione del Gloria, cade stecchito.  Da qui si comincia a spargere la voce dei miracoli che fa Mastro Omobono. Viene canonizzato due anni dopo e nel 1643 diventa patrono di Cremona. Viene rappresentato  come un uomo comune con le forbici da sarto

Orsola
Bretagna, IV secolo. Orsola, figlia di un sovrano bretone, fu chiesta in sposa dal principe pagano Ereo. Chiese di poter rimandare la decisione di tre anni, per meglio comprendere la volontà del Signore e nella speranza che il promesso sposo si convertisse al cristianesimo e cambiasse idea. Allo scadere del tempo stabilito Orsola prese il mare con undicimila compagne in devoto e variopinto pellegrinaggio, fino a Roma. Di ritorno in patria per la stessa via, transitò per Colonia, che nel frattempo era stata conquistata da Attila: qui le undicimila vergini furono trucidate dalla furia dei barbari in un solo giorno, mentre il re unno risparmiò Orsola, che chiese in sposa promettendole salva la vita. Al suo rifiuto la fece uccidere a colpi di freccia. Raffigurata in abiti regali, con corona, barca, palma del martirio, freccia, un gruppo di fanciulle attorno a lei.